Dott. Sergio Cialdella

Chirurgia Robotica

Il Sistema Robotico per la chirurgia protesica di ginocchio e anca rappresenta una rivoluzione nel campo della chirurgia protesica articolare permettendo dei risultati  migliori rispetto alla tecnica chirurgica tradizionale. Esso viene utilizzato sia per la pianificazione che per l’esecuzione dell’intervento. 

Nella fase pre operatoria il paziente dovrà eseguire delle radiografie in carico (cioè in piedi) e una tac dell’arto inferiore affinché il sistema robotico possa elaborare un modello virtuale 3D del ginocchio/ anca  da operare. 

Sul modello 3D che mostra in modo preciso e accurato l’anatomia e i rapporti tra le varie componenti del ginocchio o dell’anca, il chirurgo può pianificare, prima dell’intervento, quali azioni chirurgiche effettuare, dallo spessore del taglio osseo, alla correzione dell’asse  ai risultati che il paziente può raggiungere dopo l’intervento in termini di range of motion.

VANTAGGI DELLA CHIRURGIA ROBOTICA

  • Massima accuratezza e precisione nel posizionamento dell’impianto protesico 
  • Minor perdita di sangue intraoperatorio
  • Meno dolore e minor ricorso a farmaci antidolorifici dopo l’intervento
  • Ridotti tempi di degenza (circa 3 giorni)
  • Massimo recupero dell’articolarità
  • Ridotto tasso di lussazione nell’alca
  • Migliore propriocettività, cioè sensazione di avere il ginocchio o l’anca simile a quella naturale  
  • Rapido ritorno alla vita quotidiana e allo sport

Chirurgia Protesica

di Ginocchio

L’artrosi del ginocchio determina un assottigliamento della cartilagine che riveste i capi articolari con una progressiva deformazione dell’articolazione . 

L’ articolazione del ginocchio può essere, per sommi capi, divisa in 3 differenti compartimenti: 

  • femoro-rotuleo: si trova nella parte davanti del ginocchio, tra la rotula e il femore;
  • mediale: è compresa nella parte interna del ginocchio;
  • laterale: è quella che risiede nella parte esterna dell’articolazione.

 

In base al compartimento compromesso è possibile intervenire su una parte del ginocchio (MINI PROTESI/PROTESI MONOCOMPARTIMENTALE DI GINOCCHIO) o su tutto (PROTESI TOTALE DI GINOCCHIO).

Protesi monocompartimental

Durante l’intervento si va a operare solamente il compartimento danneggiato con l’intento di ricostruire le parti danneggiate con un impianto in lega di titanio e polietilene ad altissima densità. Grazie a questi materiali ultramoderni e tecnologici si riesce a ricreare la forma nativa del ginocchio. In questo modo cartilagine, ossa e legamenti ancora in salute vengono preservati. 

Quali pazienti possono eseguirli? Anche se l’artrosi si è sviluppata in un solo comparto del ginocchio, non tutti i pazienti sono idonei a questo tipo di interventoVi sono pazienti che sono afflitti da artrosi infiammatoria cronica di tipo reumatico a cui non è consigliabile questo tipo di intervento, così come casi in cui la rigidità del ginocchio è diventata oramai troppo elevata o hanno riportato danni ai legamenti.  Il paziente ideale per questo tipo di intervento deve essere selezionato con cura in base a tutti gli esami medici del casoPer questa ragione è importante seguire una procedura corretta che proceda a step.

Protesi totale di ginocchio

La protesi totale (PTG) sostituisce tutti i 3 compartimenti del ginocchio e trova indicazione nelle artrosi generalizzate, nelle artriti autoimmuni e nelle grandi deformità assiali (varo, valgo, recurvato).

A seconda dei casi in esame sono impiantabili protesi tipo CR (con mantenimento del crociato posteriore), PS (posterostabilizzate), semivincolate (con vincolo centrale dell’inserto non legato alla componente femorale) e vincolate (con vincolo centrale dell’inserto legato alla componente femorale). Esiste la possibilità di Nichel free, per pazienti allergici a tale metallo.




Chirurgia Protesica

dell’Anca

L’impianto di una protesi dell’anca rappresenta uno degli interventi più frequenti in Italia (circa 65000 operazioni all’anno). La chirurgia ortopedica di tipo protesico è in grado di curare efficacemente la patologia degenerativa delle articolazioni, essenzialmente l’artrosi e la necrosi della testa del femore, e in modo minore fratture, artriti, tumori. Grazie all’evoluzione delle tecniche e dei materiali, l’impianto di una protesi consente di ottenere un risultato duraturo ed è in grado di eliminare il dolore e di restituire mobilità e funzionalità normali all’articolazione e, in una persona efficiente e giovane, fornisce la possibilità di praticare alcune attività sportive.

Per l’intervento possono essere utilizzati vari tipi di protesi: non cementate, ovvero costituite da uno stelo di lega di titanio che viene applicato a diretto contatto con l’osso, e quelle cementate, ovvero ricoperte da uno strato di cemento acrilico che impedisce il diretto contatto dello stelo con l’osso e infine protesi di superficie. Le tipologie sono ugualmente valide, affidabili e durature. 

La scelta della protesi viene fatta dal chirurgo che interpreta nel modo più corretto i parametri da cui emergono le indicazioni per l’utilizzo di un tipo di protesi piuttosto che dell’altro (sesso, età, indice di osteoporosi, indice morfo-corticale, necessità di performance, ecc.). Il Dr. Cialdella Sergio esegue la protesi totale di anca con tecniche mininvasive, risparmiando il medio gluteo che è il muscolo più importante della deambulazione e con un percorso di cura con recupero rapido.

Artroscopia e

Sport Medicine

Ricostruzione legamento crociato anteriore

Le lesioni del legamento crociato anteriore (LCA) rappresentano un problema comune: ogni anno 80000 lesioni del LCA interessano gli atleti e 200000 la popolazione. Con l’incremento della partecipazione alle attività sportive dei giovani, esse rappresentano ormai un problema anche nella popolazione adolescenziale e purtroppo, a causa della vascolarizzazione di tipo terminale, vi è una scarsa potenzialità riparativa con il trattamento conservativo.

Gli obiettivi della ricostruzione del legamento crociato anteriore sono rappresentati dalla necessità di ripristinare la corretta cinematica del ginocchio per ridurre da un lato il rischio di osteoartrite precoce e di lesioni articolari secondarie (lesioni meniscali, danni cartilaginei), dall’altro di favorire un ritorno all’attività sportiva a livello pre-lesione. Età, livello di attività, aspettative del paziente, stabilità complessiva del ginocchio, allineamento meccanico dell’arto ed eventuali lesioni associate (menischi vs cartilagine) giocano un ruolo determinante per fornire una indicazione chirurgica .

È stato evidenziato come alcuni pazienti (coper) che rappresentano circa il 20% del totale, possano sviluppare una stabilità funzionale a seguito di un trattamento conservativo. Secondo gli studi i potenziali copers devono avere: 

  • Solo rottura del LCA (nessuna lesione al menisco, PLC, MCL, LCL)
  • ROM completo senza dolore
  • Nessun versamento articolare
  • Forza del quadricipite >70% (infortunato vs sano)
  • Deve essere in grado di eseguire salti su una gamba sola (anche su quella con rottura del LCA)
  • Non deve avere più di un episodio di cedimento articolare nell’arco dei 6 mesi successivi dalla rottura.

Early/Late Surgery?

La ricostruzione del crociato anteriore dovrebbe essere effettuata precocemente per diversi motivi:

  • trattare le lesioni associate (LCM, menischi, cartilagine) ,
  • ottenere migliori outcome clinici e ritorno allo sport precoce,  
  • evitare nuovi eventi traumatici che comprometterebbero l’integrità meniscale e cartilaginea del ginocchio.

Non dubito che la condizione preoperatoria del ginocchio come gonfiore assente e rom completo siano tra i criteri più determinanti per il successo della ricostruzione del LCA, ma ritengo che una tecnica chirurgica avanzata e un protocollo di riabilitazione intensa può permetterci di colmare questa deficienza.

Quanto dura l’intervento e il ricovero?

L’intervento prevede il ricovero di una notte. Il paziente entra la mattina e viene dimesso il giorno dopo.

Il tempo chirurgico è di circa 45 min-1h.

Come si ricostruisce il Lca ?

L’intervento si esegue in artroscopia mediante 2 accessi pararotulei di circa 1 cm che permettono di inserire la telecamera e gli strumenti necessari per eseguire la ricostruzione del lca e trattare le lesioni associate (menischi, cartilagine,lcm). Fase importante dell’intervento rappresenta il prelievo del tendine che andrà a formare il neo-legamento. I tendini che vengono usati sono:

  • tendine rotuleo con bratta ossea
  • tendini gracile e semitendinoso
  • tendine quadricipitale

La scelta di uno o dell’altro dipende da diversi fattori: età, sesso, tipo e livello di attività sportiva, lesioni associate.

Quanto tempo ci vuole per il ritorno alla deambulazione e alla vita quotidiana?

Nel caso di rottura isolata di crociato il paziente potrà flettere ed estendere completamente il ginocchio e poggiare il carico completo sull’arto operato sin dal primo giorno post operatorio. L’uso di stampelle è di circa 3 settimane.

Nel caso di concomitanti suture meniscali o trattamenti cartilaginei ci sarà un divieto di carico e una flessione limitata sull’arto operato per le prime 2 settimane. Il ritorno alla vita quotidiana avverrà dopo circa 1 mese.

Artroscopia e

Sport Medicine

Trattamento lesioni meniscali

Il menisco è un’importante struttura fibrocartilaginea dell’articolazione del ginocchio di forma semilunare. In ogni ginocchio esiste un menisco interno e uno esterno, collocati tra il femore e la tibia. 

Queste due strutture contribuiscono a una migliore distribuzione del peso corporeo con conseguente riduzione dello stress sullo strato di cartilagine che ricopre le superfici articolari. Le lesioni traumatiche del menisco sono abbastanza frequenti, soprattutto in persone giovani e sportive, e sono provocate da un trauma acuto; queste lesioni vanno distinte da quelle degenerative, che non conseguono a un evento traumatico, e si verificano soprattutto dopo la quinta decade di vita.

Sintomi e diagnosi

Clinicamente il Paziente avverte, al momento del trauma, una sensazione di “crack” seguita da dolore acuto. Nella maggior parte dei casi il ginocchio si gonfia, talvolta la parte lesionata può interporsi tra le superfici articolari, provocando un blocco dell’articolazione e determinando l’impossibilità di estendere completamente il ginocchio. La diagnosi di una lesione traumatica del menisco è clinica (visita specialistica ortopedica) e  strumentale (Risonanza Magnetica).

Trattamento

Per le lesioni acute traumatiche il trattamento di scelta risulta essere chirurgico mininvasivo e prevede alternativamente: la meniscectomia selettiva (in cui viene rimossa la sola parte lesionata del menisco, preservando il tessuto sano residuo) oppure la sutura meniscale, grazie alla quale si riesce a riparare la lesione letteralmente “cucendola” per via artroscopica. Quest’ultimo tipo di intervento è praticabile solo negli individui più giovani (solitamente sotto i 50 anni) con lesioni nette che riguardano la parte più periferica del menisco in cui, grazie al grande apporto di sangue, è possibile una guarigione del tessuto suturato. 

Al contrario, nelle porzioni più centrali del menisco, l’apporto ematico è talmente esiguo da rendere vani i tentativi di sutura e necessarie le asportazioni parziali del menisco. La necessità di ricorrere in molti casi a meniscectomie totali o sub-totali, unita alla consapevolezza del ruolo fondamentale dei menischi nella prevenzione della degenerazione artrosica e al miglioramento delle tecniche chirurgiche, ha portato alla possibilità, in individui selezionati, di sostituire le porzioni meniscali asportate tramite l’impianto di protesi meniscali o tramite veri e propri trapianti da donatore.

In cosa consiste la riabilitazione?

In seguito ad una meniscectomia mediale il paziente può ritornare a camminare con carico completo e con ausilio delle stampelle 24 ore dopo l’intervento e recuperare completamente la mobilità articolare in 2 settimane circa. Spesso è necessaria qualche seduta di fisioterapia: stretching e riabilitazione propriocettiva del ginocchio possono accelerare il recupero.

Una meniscectomia laterale può comportare un recupero più lento con divieto di carico per 7-10 giorni. La sutura del menisco necessita maggior tempi di recupero con una diversa riabilitazione: per le prime 2 settimane è previsto uso di una ginocchiera che impedisce la flessione > 60 °, e divieto di carico sull’arto operato per dare la possibilità alla sutura meniscale di guarire.




Medicina Rigenerativa

Cellule staminali

Le cellule staminali mesenchimali (Lipogems) sono una particolare tipologia di cellule staminali. La loro particolarità è quella di trovarsi (e quindi di poter essere estratte) nel tessuto adiposo del paziente stesso.
L’estrazione di cellule mesenchimali con tecnica Lipocell è, quindi, un procedimento molto semplice, che si svolge attraverso una normale liposuzione della durata di pochi minuti, effettuata in anestesia locale.


Le cellule mesenchimali adipose sono cellule staminali dell’adulto che possono essere attivate e possono parzialmente differenziarsi per rigenerare il tessuto in cui vengono iniettate. Nell’ambito dell’ortopedia rigenerativa, il potenziale delle iniezioni di cellule adipose con la metodica Lipocell apre la porta a una grande varietà di interventi, sia per favorire la guarigione in seguito ad un evento traumatico, che per ridurre il dolore e rallentare la progressione delle patologie degenerative, come l’artrosi. Presentano, inoltre, una capacità antinfiammatoria, aspetto molto utile in alcune fasi della malattia da trattare.

PRP (Plasma ricco di piastrine)

Il trattamento con PRP, ovvero il gel piastrinico (o pappa piastrinica) sfrutta particolari elementi, definiti Fattori di Crescita, che si trovano all’interno delle piastrine. In questo caso, viene estratta una piccola quantità del sangue del paziente, e centrifugata in modo da separare il gel piastrinico concentrato dagli altri componenti del sangue. Le infiltrazioni con PRP hanno soprattutto un ottimo potere antinfiammatorio e stimolano la guarigione dei tessuti. Vengono utilizzate in differenti patologie come : artrosi, tendinopatia croniche (tendinopatia rotulea, epicondilite, trocanterite ecc). 

Attualmente il Dott. Cialdella ha iniziato ad esguire infiltrazioni con PRP proveniente dal cordone ombelicale da donatore che presenta una concentrazione e una varietà di fattori di crescita aumentato rispetto al classico PRP proveniente dal Sangue venoso periferico. è consigliabile questo tipo di intervento, così come casi in cui la rigidità del ginocchio è diventata oramai troppo elevata o hanno riportato danni ai legamenti.  Il paziente ideale per questo tipo di intervento deve essere selezionato con cura in base a tutti gli esami medici del casoPer questa ragione è importante seguire una procedura corretta che proceda a step. 

Percorso Fast Track

Il percorso “Fast Track” ossia “percorso rapido” applicato all’intervento di protesi permette un notevole incremento qualitativo dei risultati raggiungibili in questa chirurgia attraverso una riduzione del dolore post-operatorio, dello stress chirurgico e della ripresa dell’articolazione.

 

I punti chiave di questo percorso prevedono:

  • incisioni chirurgiche rispettose dell’anatomia attraverso approcci meno invasivi con rispetto maggiore dei tessuti, legamenti e tendini
  • prevenzione delle perdite ematiche evitando l’uso della fascia ischemica e del drenaggio
  • miglior controllo del dolore post-operatorio attraverso blocchi dei nervi sensitivi e non motori e attraverso la criocompressione
  • recupero in 1° giornata della piena articolarità e della deambulazione 
  • dimissione al domicilio dopo 3-4 giorni e proseguo della riabilitazione presso il proprio domicilio